Irina e Olga Sundukovy

Irina e Olga Sundukovy

Sorelle (gemelle), brillanti, talentuose e molto determinate. Due designer e progettiste che, da Mosca, hanno conquistato un palcoscenico internazionale grazie a progetti, che sanno di creatività, contemporaneità, visione e ironia e per i quali, nel 2019, hanno vinto il prestigioso riconoscimento di Designer of the Year ai Gold Key Awards della BD|NY – la principale manifestazione dedicata ai professionisti del settore contract negli Stati Uniti. Loro sono Irina e Olga Sundukovy che, nel 2014, fondano lo studio di design e architettura S + S specializzato in hospitality e Restaurant & Bar di lusso che oggi opera in Russia, Europa, Stati Uniti, Medio Oriente e Asia. Per loro, progettare uno spazio pubblico vuol dire creare esperienze e mettere al centro i desideri di comfort, relax e sogno del cliente moderno. Senza, tuttavia, dimenticare la storia, la geografia e la cultura del contesto dove sorgerà l’edificio. Il loro è un design molto fascinoso che sa armonizzare lusso e rigore, immaginazione e funzionalità, con accostamenti a tratti inaspettati e sorprendenti. Il risultato? Spazi per la collettività migliori, più esperienziali, intelligenti e anche molto, molto belli.

Cosa rende unico S+S Studio?
In S+S crediamo che il design debba essere pertinente, estetico e funzionale, e troviamo ispirazione nella storia di ogni location, aggiungendo un tocco contemporaneo, idiosincratico e un pizzico di autoironia. Il design parte dalla funzione. Perciò ogni nostro progetto parte da una profonda considerazione di chi saranno i futuri ospiti del luogo di cui ci stiamo occupando. Dobbiamo attingere ai loro desideri, che nemmeno loro conoscono bene. Crediamo anche che gli interni pubblici debbano necessariamente basarsi su un concetto, su idee forti e chiare. Noi, come designer, artefici di una sceneggiatura, dobbiamo elaborare questo concetto dall’inizio e seguirlo fino alla fine.

Come descrivereste la vostra estetica?
D’impatto e unica. Ci piacciono gli interni beige, ma introduciamo forme inaspettate e abbinamenti brillanti. Siamo a cavallo tra il consueto e familiare e l’insolito per arrivare, a tratti, anche all’ironico.

Dove trovate ispirazione?
Veramente dappertutto. Il nostro mantra preferito è: l’ispirazione ci circonda. Prendiamo ispirazione dalla gente che incontriamo, dai film, dai libri, dalle storie, dai quadri e dalle sculture, dalla moda; riusciamo a vedere la reception di un nuovo hotel in una teiera... Viaggiando, naturalmente, anche se, oggi, viviamo una vita in cui il viaggio è diventato parte essenziale – a volte fin troppo e ci mancano i giorni in cui viaggiare era davvero qualcosa di speciale.

Il primo progetto
Per quanto possa sembrare strano, il nostro primissimo progetto è stato un ristorante nella nostra città natale, Chelyabinsk. Il design del nostro primo “terzo posto” – ossia di uno spazio in cui le persone socializzano dopo aver lasciato il “primo” (la casa) e il “secondo” (il lavoro) posto – era un connubio di poca esperienza ed esiguo compenso, per cui siamo contente che non esista più.

Ci sono alcuni interni di cui andate particolarmente fiere?
Il Pullman Berlin Schweizerhof è sicuramente uno di questi. Quando abbiamo iniziato a lavorare al concept, ci è stato chiesto di pensare fuori dal coro e stupire. Ed è quello che abbiamo fatto. Il design audace e sfacciato ha convinto i gestori a creare secondo lo stesso concept tutti i Pullman a venire.
Un’altra delle nostre gemme è sempre un ex-Pullman a Versailles. Dopo il nostro restauro, l’hotel è diventato un MGallery Sofitel.
Il nostro amore più recente è il Bosco Mishka Bar, un pop-up bar nel cuore di Mosca, sulla Piazza Rossa. Con il suo aspetto attuale lo spazio sarà presente solamente fino alla fine di ottobre, quindi se siete a Mosca non mancate di fermarvi per un drink. Meglio se la sera, per inebriarsi tra un mare di 2.500 lampadine.

Il futuro dell’hotel design?
Oggi, sempre più, i confini funzionali degli spazi pubblici sfumano. Sono gli ospiti e i loro interessi a definirli. Attualmente stiamo cercando di creare un network europeo di hotel – vivace, cosmopolita, dinamico, dallo spirito libero – per un nuovo tipo di pubblico, per chi non sta in camera a guardare la TV ma fa amicizia nella lobby. Un hotel non è più solamente un luogo per gli ospiti, ma anche per i residenti locali, dove la vita si mescola in un mix vivace. Per questo, gli hotel del futuro ospiteranno al loro interno spazi di co-working, F&B e piccole attività. Si tratterà di luoghi animati, democratici, ma con un effetto “wow”, “radicati” nel quartiere dove sorgono, con il “feel” unico di ogni città.

Qual è la vostra firma in un progetto?
Ci piace caratterizzare il nostro design con humor e autoironia. L’ironia ci aiuta nella vita, e di conseguenza anche nel lavoro. Pensiamo ci sia già abbastanza serietà nel mondo. Dunque, anche negli hotel cinque stelle più seri, troviamo spazio per la leggerezza, l’ironia sottile e anche per l’impulsività, a patto che non influisca sui nostri ospiti, ma sia percepita solo da menti curiose. Ad esempio, in un hotel abbiamo creato una porta della doccia in vetro smerigliato, lasciando due spioncini per chi non si vuole mai staccare dal partner, nemmeno per 5 minuti.

Cosa significa essere designer dell’anno?
Essere designer dell’anno significa avere più facilità nello scegliere clienti e progetti ideali, rifiutando quelli che non sono all’altezza dei nostri sogni. Crediamo che, proprio come scegliamo i membri del nostro team – preferendo i migliori e fidandoci di loro –, anche i clienti dovrebbero avere fiducia in chi affidano i loro progetti. Tuttavia, è importante che i designer definiscano chiaramente le loro ambizioni, e lascino da parte tutti i progetti che non fanno che ostacolare il raggiungimento dei loro obiettivi.